Il male non è soltanto di chi lo fa: è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce.
Tucidide
Mobbing e bossing sono due pratiche che possono creare un ambiente di lavoro tossico e insostenibile per chi le subisce. Anche se i termini sono talvolta usati in modo intercambiabile, è importante capire le differenze tra i due concetti per affrontarli in maniera efficace.
Cos’è il mobbing?
Il mobbing si riferisce a una serie di comportamenti ostili e vessatori messi in atto da colleghi o gruppi di colleghi verso uno specifico individuo, con l’intento di isolarlo, umiliarlo o danneggiarlo psicologicamente. Questi comportamenti possono includere:
- Critiche costanti e ingiustificate.
- Esclusione dalle attività lavorative o sociali.
- Diffusione di voci o calunnie.
- Sabotaggio del lavoro o delle relazioni professionali.
Il mobbing non è un singolo episodio isolato, ma un comportamento sistematico che si ripete nel tempo, creando un forte disagio psicologico per chi lo subisce.
Cos’è il bossing?
Il bossing, invece, si verifica quando è un superiore gerarchico a mettere in atto queste dinamiche di abuso. In questo caso, il comportamento vessatorio viene esercitato da un capo o da un manager con l’obiettivo di sottomettere, controllare o addirittura spingere il dipendente a licenziarsi. Le pratiche di bossing possono includere:
- Affidare compiti impossibili o umilianti.
- Minacciare o intimorire il dipendente.
- Negare promozioni o opportunità di crescita ingiustamente.
- Fare pressioni psicologiche con continue critiche o richiami.
Anche il bossing si caratterizza per la sua persistenza nel tempo e per il pesante impatto emotivo che provoca.
Obiettivo dell’articolo
In questo articolo, vedremo come sia il mobbing che il bossing non danneggino solo chi ne è vittima, ma anche l’azienda stessa. Un ambiente di lavoro tossico porta infatti a una riduzione della produttività, a un aumento del turnover e a un peggioramento del clima aziendale. Inoltre, darò alcuni consigli pratici per i dipendenti su come reagire a queste situazioni, e suggerimenti per le aziende su come prevenirle, promuovendo un ambiente di lavoro positivo e rispettoso per tutti.
Un danno per l'azienda
Quando in un’azienda si verificano episodi di mobbing o bossing, non sono solo i dipendenti a subirne le conseguenze. Anche l’azienda stessa ne esce gravemente danneggiata, sia in termini economici che di reputazione. Queste pratiche tossiche creano un ambiente di lavoro disfunzionale che si riflette direttamente sulla produttività, sui costi operativi e sull’immagine dell’organizzazione. Vediamo più nel dettaglio i principali danni che il mobbing e il bossing possono provocare a un’azienda.
Riduzione della produttività
Un ambiente di lavoro in cui i dipendenti sono vittime di mobbing o bossing è un ambiente in cui la produttività cala drasticamente. Quando un dipendente è soggetto a vessazioni continue, la sua motivazione e il suo coinvolgimento lavorativo diminuiscono. Questo accade perché la persona, anziché concentrarsi sul proprio lavoro, impiega energie mentali per gestire lo stress, l’ansia e il disagio psicologico causato dai comportamenti tossici.
Inoltre, il clima di tensione che si crea può contagiare anche i colleghi che assistono a questi episodi, generando un diffuso senso di sfiducia e insicurezza. Colleghi che si sentono impotenti o temono di diventare a loro volta vittime potrebbero lavorare con meno entusiasmo e meno impegno, portando a una crescente inefficienza a livello organizzativo. In questo contesto, le scadenze vengono rispettate con maggiore difficoltà, la qualità del lavoro si abbassa, e i progetti aziendali subiscono ritardi o mancanze.
Aumento del turnover
Il turnover — ovvero il tasso di abbandono dei dipendenti — è un altro indicatore che risente pesantemente dei fenomeni di mobbing e bossing. I dipendenti che subiscono abusi sul lavoro, o che assistono a condotte di questo tipo, sono molto più propensi a cercare un altro impiego. Questo porta a un aumento del numero di dimissioni volontarie, che a sua volta genera una serie di costi per l’azienda.
Ogni volta che un dipendente lascia l’azienda, è necessario investire tempo e risorse per trovare un sostituto, selezionarlo, formarlo e inserirlo all’interno del team. Questo processo non solo comporta costi di reclutamento e formazione, ma può anche creare discontinuità operativa, rendendo più difficile per il team raggiungere i propri obiettivi in modo efficace. Un turnover elevato, inoltre, può demoralizzare ulteriormente i dipendenti che restano, innescando un circolo vizioso.
Danno alla reputazione aziendale
Il danno alla reputazione è un’altra conseguenza pesante che il mobbing e il bossing possono infliggere all’azienda. Se queste pratiche vengono tollerate o ignorate, l’immagine dell’organizzazione rischia di essere compromessa, sia all’interno che all’esterno.
- Internamente, i dipendenti perdono fiducia nei confronti della leadership e nella capacità dell’azienda di garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso. Questo porta a un calo del morale generale e a una minore fedeltà dei dipendenti nei confronti dell’organizzazione.
- Esternamente, la reputazione dell’azienda può subire danni anche più gravi. Oggi, con la crescente attenzione pubblica al benessere lavorativo e con la facilità con cui le informazioni circolano sui social media e sulle piattaforme di recensioni aziendali, i casi di mobbing o bossing possono diventare di dominio pubblico in poco tempo. Un’azienda percepita come tossica o insensibile verso i propri dipendenti rischia di allontanare non solo i migliori talenti, ma anche i clienti e i partner commerciali, che potrebbero non voler essere associati a una realtà con una cattiva reputazione.
Costi legali
Infine, non bisogna sottovalutare i rischi legali legati al mobbing e al bossing. In molti Paesi, le leggi sul lavoro proteggono i dipendenti dalle molestie e dagli abusi, e le aziende che non prendono provvedimenti per prevenire o affrontare questi comportamenti possono essere soggette a cause legali.
Un dipendente che subisce mobbing o bossing può decidere di portare l’azienda in tribunale, chiedendo un risarcimento per danni psicologici e morali. In questi casi, i costi legali possono essere molto elevati, senza contare le possibili sanzioni o i risarcimenti che l’azienda potrebbe essere obbligata a pagare. Oltre all’aspetto economico, una causa legale di questo tipo porta quasi sempre a una perdita di immagine pubblica, che può avere conseguenze a lungo termine sulla fiducia che clienti, investitori e potenziali collaboratori ripongono nell’organizzazione.
Un incubo per i dipendenti
Il mobbing e il bossing non sono solo comportamenti ingiusti o spiacevoli; hanno conseguenze gravi e durature sulla salute e sul benessere di chi li subisce. Queste pratiche possono minare profondamente l’equilibrio psicologico ed emotivo di una persona, con effetti che si estendono anche alla sfera fisica. In questa sezione, analizzeremo come il mobbing e il bossing influenzano negativamente la salute mentale e fisica, la fiducia in sé stessi e le relazioni sociali del dipendente.
Stress e burnout
Uno degli effetti più comuni e immediati del mobbing e del bossing è l’aumento dello stress. Chi è vittima di queste pratiche vive costantemente in uno stato di allerta e ansia, dovuto alla pressione psicologica e all’ostilità che sperimenta ogni giorno sul posto di lavoro. Questo stress cronico può portare a una serie di problemi di salute sia mentale che fisica:
- Ansia: la paura di subire ulteriori abusi o critiche ingiustificate può innescare stati d’ansia che diventano sempre più difficili da gestire.
- Depressione: il senso di impotenza e l’umiliazione costante possono far scivolare la persona in uno stato depressivo, caratterizzato da apatia, tristezza e perdita di interesse per le attività quotidiane.
- Burnout: il continuo sforzo per sopportare la pressione e cercare di mantenere le proprie prestazioni lavorative può portare al burnout, una condizione di esaurimento fisico e mentale. Chi è vittima di burnout sperimenta una totale mancanza di energia e motivazione, che rende impossibile svolgere anche le attività più semplici.
Oltre ai problemi psicologici, lo stress prolungato può manifestarsi anche con sintomi fisici, come mal di testa, disturbi del sonno, problemi gastrointestinali e, in casi estremi, malattie cardiache. Infatti, è ormai riconosciuto che uno stato di stress cronico influisce negativamente sul sistema immunitario e sul funzionamento generale dell’organismo.
Riduzione della fiducia in sé stessi
Un altro grave effetto del mobbing e del bossing è la progressiva perdita di fiducia in sé stessi. Quando un dipendente è costantemente criticato, sminuito o sabotato, inizia a mettere in dubbio le proprie capacità professionali e personali. Anche i lavoratori più competenti e sicuri di sé possono iniziare a credere di non essere all’altezza, semplicemente perché il loro ambiente di lavoro li fa sentire così.
Questa perdita di autostima può avere conseguenze a lungo termine:
- Difficoltà a prendere decisioni: l’incapacità di fidarsi del proprio giudizio porta a una costante indecisione e a una paralisi nell’azione, sia al lavoro che nella vita privata.
- Paura di fallire: l’autostima danneggiata può far temere il fallimento in ogni attività, causando un blocco che impedisce di affrontare nuove sfide o opportunità di crescita.
- Senso di inadeguatezza: il dipendente può sviluppare la convinzione di non essere abbastanza bravo o di non meritare il proprio ruolo, il che porta a un calo delle performance e, in alcuni casi, all’abbandono del lavoro.
Questi effetti, purtroppo, non svaniscono immediatamente una volta che il mobbing o il bossing cessano. Possono persistere per lungo tempo, condizionando anche future esperienze lavorative e relazioni personali.
Esclusione sociale e isolamento
Uno degli strumenti più utilizzati nel mobbing è l’isolamento sociale. La vittima viene deliberatamente esclusa dalle attività di gruppo, ignorata nelle conversazioni o persino evitata dai colleghi, spesso per paura di essere associati a chi è preso di mira. Questo porta la persona a sentirsi sola e isolata in un ambiente che dovrebbe invece favorire la collaborazione e il supporto reciproco.
L’isolamento sociale sul lavoro ha gravi conseguenze emotive:
- Sensazione di abbandono: la sensazione di essere evitati dai colleghi amplifica il senso di solitudine, facendo sentire la persona come se fosse completamente abbandonata.
- Difficoltà nelle relazioni interpersonali: l’isolamento forzato può influire anche sulle relazioni al di fuori del lavoro, poiché la vittima potrebbe iniziare a credere che il problema sia intrinseco alla sua personalità e non legato all’ambiente lavorativo.
- Perdita di fiducia negli altri: dopo aver vissuto un’esperienza di esclusione, diventa difficile per la persona fidarsi degli altri, portandola a evitare nuove relazioni o a mantenere una certa distanza anche nelle interazioni sociali più semplici.
Questo tipo di isolamento è devastante dal punto di vista psicologico, poiché gli esseri umani hanno bisogno di connessioni sociali per sentirsi realizzati e apprezzati. La mancanza di queste connessioni può aggravare ulteriormente lo stress e la depressione, rendendo ancora più difficile per la vittima trovare la forza per reagire.
Perché i dipendenti non devono subire: la necessità di agire
Quando si è vittima di mobbing o bossing, è naturale sentirsi soli, impotenti e bloccati. Molti dipendenti, per paura di peggiorare la situazione o di perdere il lavoro, scelgono di tacere e di sopportare in silenzio. Tuttavia, questa passività può avere gravi conseguenze, non solo per la salute mentale e fisica della persona, ma anche per l’intera azienda. È essenziale capire che non bisogna accettare comportamenti tossici o abusivi e che agire è una scelta necessaria e giusta per sé stessi e per gli altri.
L’Importanza di difendersi
Difendersi da situazioni di mobbing o bossing non è solo una questione di sopravvivenza emotiva, ma anche di dignità personale. Nessuno dovrebbe essere costretto a lavorare in un ambiente in cui si sente costantemente attaccato o svalutato. È importante che i dipendenti comprendano che non sono soli e che esistono strumenti e risorse per affrontare queste situazioni.
Ecco perché è fondamentale non rimanere passivi:
- Proteggere la propria salute: sopportare il mobbing o il bossing senza reagire può portare a conseguenze molto serie per la salute, come lo stress cronico, la depressione e il burnout. Difendersi è un modo per proteggere la propria salute mentale e fisica, che deve sempre essere una priorità.
- Fermare il ciclo di abusi: quando una persona decide di parlare e denunciare, non solo si difende, ma contribuisce a fermare un ciclo di abusi che potrebbe colpire anche altri colleghi. Spesso, chi pratica mobbing o bossing non si ferma a una sola vittima, ma continua a esercitare il suo potere su più dipendenti.
- Affermare i propri diritti: i dipendenti hanno diritti che devono essere rispettati. Esistono leggi che proteggono i lavoratori dagli abusi sul posto di lavoro. Conoscere e far valere questi diritti è un passo fondamentale per uscire da una situazione tossica.
Sostenere una cultura aziendale sana
Denunciare il mobbing e il bossing non ha solo un impatto positivo per chi subisce direttamente questi comportamenti, ma può anche contribuire a migliorare la cultura aziendale complessiva. Quando i dipendenti prendono posizione contro pratiche tossiche, aiutano l’azienda a riconoscere i problemi e a prendere provvedimenti per risolverli.
Ecco perché la denuncia è essenziale per creare un ambiente di lavoro sano:
- Promuovere un clima di rispetto e collaborazione: quando i comportamenti tossici vengono segnalati e affrontati, si invia un messaggio chiaro: l’azienda non tollera abusi e si impegna a creare un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo. Questo aiuta a costruire fiducia tra i dipendenti e a rafforzare i legami all’interno dei team.
- Incoraggiare la responsabilità: denunciare mobbing o bossing costringe i responsabili a prendersi le proprie responsabilità. Quando i manager e i colleghi sanno che i comportamenti inappropriati saranno segnalati e affrontati, diventano più consapevoli delle proprie azioni e più attenti a mantenere un comportamento corretto.
- Migliorare la produttività e il benessere generale: un ambiente di lavoro sano, in cui tutti si sentono rispettati e valorizzati, è un ambiente in cui i dipendenti sono più motivati e produttivi. Le persone che si sentono sicure ed apprezzate sono più propense a dare il meglio di sé, contribuendo al successo dell’azienda.
Come agire
Se un dipendente si trova in una situazione di mobbing o bossing, ci sono diversi passi che può prendere per iniziare a difendersi:
- Documentare i fatti: tenere traccia di ogni episodio di mobbing o bossing, annotando date, orari, persone coinvolte e i dettagli di ciò che è accaduto. Queste informazioni possono essere fondamentali se è necessario presentare una denuncia formale.
- Parlare con un superiore o con le risorse umane: se possibile, il dipendente dovrebbe segnalare la situazione a un superiore di fiducia o al reparto risorse umane. Molte aziende hanno politiche specifiche contro il mobbing e il bossing e possono intervenire per risolvere la situazione.
- Cercare supporto legale o psicologico: in situazioni più gravi, potrebbe essere necessario rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto del lavoro o a uno psicologo per ricevere supporto professionale. A Udine, dove abito, c’è il Punto di ascolto antimobbing, ma sono certo che in ogni città ci sia un Centro dedicato.
Prevenire mobbing e bossing: strategie per le aziende
Come accennato precedentemente, mobbing e bossing non sono solo problemi dei dipendenti, ma possono inquinare l’intera cultura aziendale, minacciando il benessere e la produttività di tutti. Per questo motivo, è fondamentale che le aziende adottino misure preventive efficaci per evitare che queste dinamiche tossiche si sviluppino. Prevenire mobbing e bossing non è solo una questione di rispetto e responsabilità sociale, ma anche una strategia di business, poiché un ambiente di lavoro sano e sicuro è alla base di un’organizzazione di successo. Queste sono alcune strategie pratiche che le aziende possono adottare per prevenire questi fenomeni.
1. Creare una politica aziendale anti-mobbing
Uno dei primi passi è adottare una politica aziendale chiara che vieti in modo esplicito questi comportamenti. Le aziende dovrebbero redigere un regolamento che chiarisca cosa costituisce mobbing e bossing, quali sono le conseguenze per chi si rende colpevole di tali pratiche e come i dipendenti possono segnalare episodi di abuso.
Ecco cosa includere in una politica anti-mobbing efficace:
- Definizione chiara di mobbing e bossing: spiegare in modo dettagliato cosa si intende per mobbing e bossing, fornendo esempi concreti di comportamenti inaccettabili.
- Procedure di segnalazione: stabilire un processo chiaro e accessibile per permettere ai dipendenti di segnalare episodi di mobbing o bossing. Questo processo dovrebbe garantire riservatezza e protezione da eventuali ritorsioni.
- Conseguenze disciplinari: descrivere le azioni disciplinari che l’azienda prenderà contro chiunque sia colpevole di mobbing o bossing, per assicurare che ci siano conseguenze reali per i comportamenti abusivi.
- Supporto per le vittime: prevedere forme di supporto per i dipendenti che sono stati vittime di mobbing o bossing, come assistenza psicologica o consulenza legale.
2. Promuovere la formazione dei leader aziendali
I dirigenti hanno un ruolo cruciale nel prevenire e riconoscere il mobbing e il bossing all’interno delle loro squadre. Per questo motivo, è essenziale formare i responsabili aziendali affinché siano in grado di individuare i primi segnali di comportamenti tossici e di intervenire prima che la situazione degeneri.
La formazione dei dirigenti dovrebbe coprire i seguenti aspetti:
- Riconoscere i segnali di mobbing e bossing: i leader aziendali devono essere in grado di identificare subito i segnali di abuso o isolamento all’interno del team, anche quelli più sottili. Possono includere cambiamenti nel comportamento dei dipendenti, tensioni tra colleghi, o un calo improvviso nella produttività di una persona.
- Gestire i conflitti in modo costruttivo: è importante che i leader sappiano affrontare i conflitti e le tensioni in modo imparziale e costruttivo, cercando di risolvere le problematiche prima che si trasformino in episodi di mobbing o bossing.
- Creare un ambiente di lavoro positivo: i dirigenti dovrebbero essere formati su come promuovere un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo, dove la diversità di opinioni e le differenze personali siano valorizzate.
Una formazione continua su questi temi aiuta a sviluppare una cultura aziendale in cui i comportamenti tossici sono meno probabili e più facilmente individuabili.
3. Favorire un ambiente inclusivo e aperto al dialogo
Un altro pilastro per prevenire mobbing e bossing è creare un ambiente di lavoro inclusivo e aperto al dialogo, dove i dipendenti si sentano sicuri di esprimere le loro preoccupazioni senza il timore di subire ritorsioni. Questo tipo di ambiente si basa sulla fiducia reciproca e sulla trasparenza, e può essere coltivato attraverso diverse strategie.
Ecco alcune idee per favorire un clima aziendale inclusivo:
- Canali di comunicazione aperti: le aziende dovrebbero mettere a disposizione canali sicuri e riservati, come sportelli d’ascolto o piattaforme anonime, affinché i dipendenti possano segnalare problemi. Questi canali devono essere accessibili e trasparenti, in modo che tutti sappiano come e dove rivolgersi in caso di necessità.
- Feedback regolari: creare momenti regolari di confronto tra manager e dipendenti, come colloqui di valutazione o sondaggi anonimi, permette di monitorare il clima aziendale e di individuare eventuali problematiche prima che sfocino in situazioni di mobbing o bossing.
- Favorire il lavoro di squadra: promuovere attività di team building e occasioni di collaborazione tra i dipendenti può aiutare a creare un ambiente di lavoro più coeso e meno soggetto a dinamiche di esclusione o abuso.
Quando i dipendenti si sentono ascoltati e garantiti, è più facile per loro segnalare comportamenti scorretti, e questo contribuisce alla creazione di un ambiente di lavoro più sano per tutti.
Conclusione
Mobbing e bossing rappresentano sfide serie sia per i dipendenti che per le aziende. Se non affrontati, possono compromettere il benessere delle persone coinvolte e minare il successo e la reputazione dell’azienda stessa. È quindi essenziale che tutti – dalle risorse umane ai dirigenti, fino ai dipendenti – comprendano l’importanza di prevenire e contrastare questi comportamenti tossici, creando un ambiente di lavoro positivo e rispettoso.
Per le aziende, è tempo di prendere sul serio queste problematiche. Investire nella prevenzione del mobbing e del bossing non è solo una dimostrazione di responsabilità sociale, ma anche una scelta strategica che porta benefici a lungo termine. Creare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso favorisce la produttività, riduce i costi legati al turnover e migliora l’immagine aziendale.
Per i dipendenti, è importante ricordare che non sono soli. Se ti trovi in una situazione di mobbing o bossing, non aver paura di parlare. Difendere i propri diritti è fondamentale per proteggere la propria salute e dignità. Ogni azione intrapresa contro questi comportamenti contribuisce a creare un ambiente di lavoro migliore per tutti.
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