stipendi bassi

Perché gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d’Europa?

Le depressioni, l'inflazione galoppante o la guerra civile possono rendere un paes povero, ma solo l'aumento di produttività può renderlo ricco.

Immagino che tu ti sia accorto che gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d’Europa. E come molti, ti chiederai perché. In un momento in cui i prezzi continuano a salire e il costo della vita aumenta, avere uno stipendio adeguato è fondamentale per mantenere un buon tenore di vita. Tuttavia, i lavoratori italiani guadagnano in media molto meno rispetto ai loro colleghi in Germania, Francia e Stati Uniti, anche considerando il diverso costo della vita.

Questo problema non è nuovo: da decenni gli stipendi in Italia sono stagnanti e la situazione è diventata ancora più preoccupante con l’aumento dell’inflazione. Ma quali sono le cause di questa situazione? Perché l’Italia non riesce a far crescere i salari come gli altri Paesi? In questo articolo, esploreremo le principali ragioni dietro gli stipendi bassi in Italia, analizzando la mancata crescita economica e la bassa produttività del lavoro, e cercheremo di capire come queste dinamiche influenzano il potere d’acquisto dei lavoratori italiani.

Del resto, sono queste le ragioni principali che mi hanno spinto a scrivere “Sveglia, PMI!“: come si può trasformare le aziende italiane in circoli virtuosi in grado di cogliere le opportunità di un mercato molto dinamico e crescere in modo sostenibile?

sveglia, pmi!

Stipendi a confronto

Per capire meglio la situazione degli stipendi in Italia, è utile fare un confronto con altri paesi. In media, un lavoratore italiano guadagna circa 15.000 euro in meno all’anno rispetto a un lavoratore tedesco. La differenza è significativa anche rispetto alla Francia, dove la differenza è di quasi 10.000 euro, e ancora di più con gli Stati Uniti, dove il guadagno medio è quasi il doppio di quello italiano.

Queste cifre possono sembrare ancora più sorprendenti se consideriamo la parità del potere d’acquisto. Questo metodo statistico permette di confrontare i salari eliminando le differenze nel costo della vita tra i vari Paesi. Anche tenendo conto di questo, gli stipendi italiani restano significativamente più bassi.

Ma perché è importante la parità del potere d’acquisto? In pratica, serve a capire quanto realmente valgono gli stipendi in termini di beni e servizi che si possono acquistare. Ad esempio, se il costo della vita è più basso in Italia rispetto alla Germania, un salario più basso potrebbe sembrare meno preoccupante. Tuttavia, anche con questo aggiustamento, gli stipendi in Italia risultano comunque inferiori, evidenziando un problema strutturale nell’economia del Paese.

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Fonte: OCSE

Le principali cause degli stipendi bassi

1. Mancata crescita economica

Uno dei motivi principali per cui gli stipendi in Italia sono così bassi è la mancata crescita economica. Negli ultimi vent’anni, il Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano è rimasto praticamente fermo. Il PIL misura il reddito prodotto da un Paese e riflette lo stato di salute della sua economia. A partire dagli anni Sessanta fino alla metà degli anni Novanta, l’economia italiana cresceva in linea con gli altri Paesi europei, se non di più. Tuttavia, a partire dalla metà degli anni Novanta, qualcosa si è inceppato: il PIL ha smesso di crescere in modo significativo.

Confrontando la crescita economica italiana con quella di altri Paesi europei, il contrasto è evidente. Mentre la Germania e la Francia hanno visto una crescita consistente del loro PIL, l’Italia è rimasta indietro. Solo la Spagna, fra i grandi Paesi UE, ha fatto peggio, ma partiva anche da condizioni peggiori. Questo è uno dei fattori chiave che ha impedito agli stipendi italiani di aumentare in modo significativo negli ultimi decenni.

pil pro capite
Fonte: OCSE

2. Bassa produttività del lavoro

Un altro fattore cruciale è la bassa produttività del lavoro. La produttività misura quanto reddito viene generato da ciascun lavoratore in un’ora di lavoro. In altre parole, quanto è efficiente un lavoratore nel suo compito. La produttività è importante perché, se un lavoratore produce di più nello stesso tempo, l’azienda può permettersi di pagarlo di più.

In Italia, la produttività del lavoro è rimasta stagnante negli ultimi vent’anni, mentre in altri grandi Paesi come Germania, Francia e Stati Uniti è aumentata. Questo significa che i lavoratori italiani producono la stessa quantità di beni e servizi che producevano vent’anni fa, mentre i loro colleghi in altri Paesi sono diventati più efficienti e produttivi. Di conseguenza, gli stipendi in Italia sono rimasti fermi, mentre in Germania e Francia sono aumentati rispettivamente del 20,1% e del 23,9%.

La bassa produttività in Italia è legata a diversi fattori, tra cui una scarsa adozione delle nuove tecnologie, una formazione inadeguata dei lavoratori e una gestione inefficiente delle risorse. Senza un miglioramento significativo della produttività, sarà difficile vedere un aumento significativo degli stipendi in Italia.

produttività
Fonte: OCSE

Fattori concomitanti

Scarsa preparazione di imprenditori e manager

Un fattore importante che contribuisce agli stipendi bassi in Italia è la scarsa preparazione di molti imprenditori e manager. La formazione continua e l’adozione di innovazioni tecnologiche sono essenziali per migliorare la produttività e, di conseguenza, aumentare i salari. Tuttavia, in Italia, molte aziende, soprattutto le piccole e medie imprese, non investono abbastanza nella formazione dei loro dirigenti. Questo porta a una gestione inefficiente e a una scarsa capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Inoltre, l’adozione di nuove tecnologie è spesso lenta. Mentre in altri Paesi le imprese investono in tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza e la produttività, molte aziende italiane restano legate a metodi di lavoro tradizionali. Questo ritardo tecnologico penalizza la competitività delle imprese italiane e, di conseguenza, i salari dei lavoratori.

Inefficienza del Settore Pubblico

L’inefficienza del settore pubblico è un altro fattore che influisce negativamente sulla produttività e sul mercato del lavoro in Italia. La burocrazia lenta e complessa, i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e la mancanza di trasparenza sono tutti elementi che ostacolano l’efficienza delle imprese private. Le aziende devono spesso dedicare risorse significative per navigare attraverso la burocrazia, il che riduce le risorse disponibili per investimenti produttivi e per aumentare gli stipendi.

Inoltre, un settore pubblico inefficiente può scoraggiare l’innovazione e la crescita economica. Quando le imprese devono affrontare ostacoli burocratici e inefficienze amministrative, hanno meno incentivi per espandersi e assumere nuovi lavoratori, il che contribuisce alla stagnazione economica e agli stipendi bassi.

Contrattazione aziendale e meritocrazia

La contrattazione aziendale e un sistema meritocratico ben sviluppato sono fondamentali per garantire che i lavoratori siano premiati in base alle loro competenze e al loro contributo. In Italia, però, la contrattazione aziendale spesso non è ben sviluppata, soprattutto nelle piccole e medie imprese. Molti salari sono determinati da contratti collettivi nazionali che non sempre riflettono le specifiche esigenze e le performance delle singole aziende.

La mancanza di un sistema meritocratico è un altro problema. In molti casi, le promozioni e gli aumenti salariali non sono basati sulle competenze e sui risultati, ma su altri fattori come l’anzianità o le relazioni personali. Questo disincentiva i lavoratori a migliorare le proprie competenze e a impegnarsi di più, riducendo ulteriormente la produttività generale.

Il circolo vizioso della bassa formazione

Il basso livello di formazione non riguarda solo gli imprenditori, ma anche i lavoratori. Certo, è impensabile che un imprenditore poco formato, o che non consideri la formazione importante, investa nella formazione dei suoi dipendenti. Questo genera un circolo vizioso di inefficienza e scarsa innovazione. Senza innovazione e competitività, la produttività rimane bassa e gli stipendi non possono crescere.

D’altra parte, i lavoratori che non ricevono formazione continua non possono migliorare le loro competenze in un mondo in cui le tecnologie e i metodi di lavoro cambiano rapidamente; se non sono formati per utilizzare nuove tecnologie o per adattarsi a nuovi processi, la loro produttività rimane bassa, limitando le loro opportunità di carriera e impedendo alle aziende di crescere e di aumentare i salari.

Un altro aspetto critico del circolo vizioso della bassa formazione è la mancanza di riconoscimento del valore delle competenze specializzate, essenziali per migliorare la produttività e l’innovazione, ma in Italia spesso non adeguatamente riconosciute o remunerate. Ad esempio, un tecnico altamente qualificato in un’azienda manifatturiera potrebbe non ricevere uno stipendio commisurato alle sue competenze, disincentivando i lavoratori a investire nel miglioramento delle proprie abilità, sapendo che il loro sforzo potrebbe non essere adeguatamente ricompensato. Di conseguenza, le aziende faticano a trovare personale qualificato e la produttività rimane bassa.

Per rompere questo circolo vizioso, è fondamentale investire nella formazione continua di imprenditori e lavoratori, riconoscere e premiare le competenze specializzate, creando un ambiente in cui la meritocrazia è la norma; solo così sarà possibile aumentare la produttività, migliorare la competitività delle imprese italiane e, infine, aumentare gli stipendi.

La Rivoluzione Informatica mancata

Negli anni Novanta, mentre molti Paesi vivevano una rivoluzione informatica che trasformava il lavoro con computer, internet e nuove tecnologie digitali, l’Italia non colse pienamente questa opportunità. Molte imprese italiane, soprattutto piccole e medie, rimasero indietro nell’adozione tecnologica, mentre nazioni come Germania, Francia e Stati Uniti investivano massicciamente in infrastrutture digitali e formazione.

Le cause di questo ritardo includono la scarsa preparazione tecnologica di imprenditori e manager e la mancanza di investimenti pubblici in infrastrutture digitali e programmi di formazione, portando a produttività stagnante e incapacità di competere globalmente.

L’adozione di tecnologie e formazione può migliorare drasticamente la produttività, come dimostrano esempi di aziende manifatturiere che riducono i tempi di produzione e migliorano la qualità con automazione e software avanzati, o imprese di servizi che aumentano l’efficienza operativa investendo in formazione per l’uso di software di gestione clienti.

Questi strumenti aumentano i profitti e permettono stipendi più alti, migliorando anche la qualità del servizio e la soddisfazione dei clienti. Se l’Italia avesse abbracciato più rapidamente la rivoluzione informatica degli anni Novanta, oggi avrebbe probabilmente un’economia più dinamica e competitiva, con stipendi più alti e una migliore qualità della vita.

Cosa poteva andare storto?

Piccolo non è sempre bello

L’economia italiana è caratterizzata da una predominanza di piccole imprese a conduzione familiare. Queste aziende sono il cuore pulsante del tessuto economico del Paese e rappresentano una specificità tutta italiana. 

Queste imprese hanno alcune caratteristiche distintive. Sono spesso gestite da membri della stessa famiglia, che prendono decisioni chiave e gestiscono le operazioni quotidiane. Questo tipo di gestione può creare un forte senso di identità e di comunità all’interno dell’azienda, ma comporta anche alcune sfide significative. 

Impatti positivi

  1. Flessibilità e adattabilità: le piccole imprese possono essere molto flessibili e adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Grazie alla struttura snella, possono prendere decisioni rapide senza dover passare attraverso lunghi processi burocratici.
  2. Relazioni personali e fiducia: la gestione familiare può creare un ambiente di lavoro basato sulla fiducia e su relazioni personali solide. Questo può portare a una maggiore coesione del team e a un ambiente di lavoro più collaborativo.
  3. Impegno e dedizione: i membri della famiglia che gestiscono l’azienda spesso mostrano un alto livello di impegno e dedizione, poiché vedono l’impresa come un’estensione della loro famiglia. Questo può tradursi in un maggiore sforzo per garantire il successo dell’azienda.

Impatti negativi

  1. Limitate risorse finanziarie: le piccole imprese a conduzione familiare spesso hanno accesso limitato a risorse finanziarie. Questo può limitare la loro capacità di investire in nuove tecnologie, formazione e crescita, riducendo così la produttività.
  2. Resistenza al cambiamento: la gestione familiare può essere meno disposta ad adottare cambiamenti radicali o innovazioni, preferendo mantenere metodi tradizionali. Questa resistenza al cambiamento può ostacolare la modernizzazione e l’aumento della produttività.
  3. Mancanza di professionalizzazione: in molte piccole imprese familiari, le posizioni chiave sono occupate da membri della famiglia, indipendentemente dalle loro competenze. Questo può portare a una gestione meno efficiente e a decisioni non sempre basate su criteri professionali.
  4. Stipendi e crescita limitati: a causa delle risorse finanziarie limitate e della dimensione ridotta, le piccole imprese spesso non possono offrire stipendi competitivi o opportunità di crescita professionale ai loro dipendenti. Questo può portare a una maggiore difficoltà nell’attrarre e mantenere talenti qualificati.

Conclusione

Siamo arrivati alla fine di questo lungo articolo, ma capirai che l’argomento è molto ampio. E infatti ci ho scritto un libro.

Abbiamo esplorato vari aspetti che contribuiscono agli stipendi bassi in Italia, evidenziando come la bassa formazione, la mancanza di innovazione, la resistenza al cambiamento, le limitate risorse finanziarie, la mancanza di riconoscimento delle competenze e un sistema non meritocratico siano fattori chiave.

Per migliorare questa situazione, è cruciale:

  • investire nella formazione continua,
  • incentivare l’innovazione,
  • promuovere un ambiente meritocratico,
  • snellire la burocrazia,
  • riconoscere e premiare le competenze,
  • promuovere la digitalizzazione
  • creare reti di collaborazione.

Implementando queste soluzioni, l’Italia può sperare di rompere il circolo vizioso della bassa produttività e degli stipendi bassi, creando un’economia più competitiva e migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini.

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