pensiero critico

Il potere del pensiero critico nelle decisioni aziendali

Quando adottiamo ciecamente una religione, un sistema politico, un dogma letterario, diventiamo automi. Smettiamo di crescere.

Nel 1951, lo psicologo Solomon Asch fece un esperimento semplice ma rivelatore di come il conformismo annulli il pensiero critico. Mostrò a dei gruppi di partecipanti alcune linee su una lavagna e chiese loro di identificare la più lunga. Tutti i partecipanti, tranne uno, erano complici e davano intenzionalmente la risposta sbagliata. Sorprendentemente, il 75% dei veri partecipanti si conformò alla maggioranza, anche se la loro era chiaramente una scelta errata.

Sperimentiamo quotidianamente questi condizionamenti sociali, sia per paura di assumere posizioni minoritarie, sia per cultura e abitudine. Prendiamo per esempio le superstizioni: mia madre era una persona piuttosto superstiziosa e io per molti anni mi sono guardato bene dal buttare cappelli sul letto, incrociare le posate o rovesciare il sale. Non che ne fossi particolarmente persuaso, mi adeguavo piuttosto alle sue convinzioni.

Il conformismo in azienda

In ambito lavorativo, il conformismo può essere insidioso e spingere verso un pensiero collettivo che privilegia l’armonia rispetto alla valutazione critica e alla decisione autonoma. Questo atteggiamento può soffocare innovazione, creatività e produttività, limitando i contributi unici e le visioni personali.

Può inoltre generare un ambiente di auto-compiacimento, dove i lavoratori si abituano a seguire le norme senza mettere in discussione l’esistente, perdendo così occasioni di crescita e progresso e compromettendo la capacità di adattarsi a un mercato in continuo mutamento. È il regno dell’“Abbiamo sempre fatto così”!

Inoltre, nelle situazioni più estreme, può condurre a conflitti etici, con dipendenti indotti a conformarsi a comportamenti o pratiche discutibili. Questo non solo espone l’organizzazione a rischi legali e di immagine, ma pone anche i singoli lavoratori di fronte a questioni legali ed etiche.

Stanislav Petrov: l'uomo che usò il pensiero critico per salvare il mondo

Forse non lo sai, ma il 26 settembre 1983, il mondo ha veramente rischiato di affrontare una guerra nucleare. Durante la Guerra Fredda, l’escalation degli armamenti e la diffidenza tra USA e URSS creavano un clima di costante ansia per un attacco imprevisto. Il tenente colonnello Stanislav Petrov, in servizio nel centro di allerta Serpukhov-15 vicino a Mosca, aveva il compito di sorvegliare i cieli per segnalare pericoli.

Quando i sistemi indicarono il lancio di missili dagli Stati Uniti, la procedura standard avrebbe richiesto di avvertire i comandi per un contrattacco. Ma Petrov dubitò: il sistema di rilevazione era ancora sperimentale. Con una decisione che si rivelerà eroica, Petrov si affidò alla sua intuizione e dichiarò l’allarme un falso, evitando così una risposta bellica che avrebbe potuto scatenare un conflitto nucleare a livello globale.

Questo gesto coraggioso, se fosse stato errato, avrebbe lasciato la sua nazione indifesa di fronte a un attacco reale. Tuttavia, Petrov aveva visto giusto: un insolito gioco di luci solari aveva ingannato i sensori.

Il coraggio di Petrov rimase nascosto per anni, fino al post-Guerra Fredda. Onorato dall’ONU nel 1998 e premiato a Dresda nel 2013, il suo esempio è ancora un monito delle tensioni nucleari e dell’essenzialità del discernimento umano al cospetto della cieca obbedienza

Il pensiero critico nella quotidianità

Il pensiero critico non funziona solo per i grandi momenti di crisi, come nel caso di Petrov. È per ogni giorno, in ogni riunione, in ogni decisione. È quello che separa le aziende destinate al successo da quelle destinate al fallimento.

Innovare significa rischiare, a volte anche infrangere le regole. Il pensiero critico è la bussola che guida le aziende attraverso il mare dell’incertezza verso il successo.

Affidarsi unicamente alla consuetudine, obbedire agli ordini in modo acritico, può significare affrontare costi enormi. Come leader, come team, come individuo, coltivare il pensiero critico è il miglior investimento che puoi fare. 

  • Innovazione: il pensiero critico porta a soluzioni creative e a innovazioni reali.
  • Gestione del rischio: aiuta a identificare i problemi prima che diventino catastrofi.
  • Leadership: i leader che pensano criticamente ispirano fiducia e rispetto.
  • Efficienza: previene il tempo e le risorse sprecate in iniziative mal concepite.

Questo articolo è un invito all’azione. È un promemoria che, in un mondo che cambia rapidamente, il pensiero critico è più che un’abilità. È una necessità.

Come promuovere il pensiero critico in azienda?

Promuovere il pensiero critico all’interno di un’organizzazione richiede un impegno strategico e mirato. Ecco alcune pratiche approfondite per ciascun punto:

Formazione

Investire nella formazione significa offrire ai dipendenti l’accesso a corsi e workshop che stimolino il pensiero analitico e critico. Questi programmi dovrebbero essere progettati per sfidare le assunzioni esistenti e incoraggiare l’esplorazione di nuove idee e soluzioni. Si potrebbero includere seminari su logica e fallacie argomentative, esercizi di problem solving e discussioni di case study che richiedano analisi e deliberazione.

Ambiente aziendale

Creare un ambiente aziendale che premia la curiosità e l’analisi può essere decisivo. Questo si traduce nel valorizzare i dipendenti che fanno domande significative e che non accettano lo status quo senza una riflessione critica. Si può incentivare questo comportamento attraverso riconoscimenti, promozioni e altre forme di riconoscimento formale che pongono in evidenza l’importanza di chiedere “Perché?”. In questo modo, si favorisce una cultura in cui il pensiero critico è visto come una virtù e non come un ostacolo.

Processi decisionali

Nell’ambito dei processi decisionali, è fondamentale includere una varietà di prospettive e competenze. Questo può avvenire attraverso brainstorming di gruppo, comitati decisionali diversificati e l’integrazione di feedback provenienti da diversi livelli dell’azienda. Quando le decisioni sono il risultato di molteplici punti di vista, si riduce il rischio di “pensiero di gruppo” e si migliora la probabilità di risultati più efficaci e innovativi.

Feedback

Infine, il feedback dovrebbe essere una pratica continua e integrata nella routine dell’azienda. Incoraggiare un feedback onesto e costruttivo non solo migliora i processi e i prodotti, ma aiuta anche a creare un ambiente in cui le persone si sentono ascoltate e valutate. Questo può essere realizzato attraverso sistemi di peer review, sondaggi anonimi e sessioni regolari di debriefing dopo i progetti.

La storiella delle 5 scimmie

Per concludere, un aneddoto divertente. Hai mai sentito parlare dell’esperimento delle cinque scimmie? In breve: durante un esperimento, cinque scimmie furono messe in una gabbia con una scala al centro che portava a delle banane appese in alto. Ogni volta che una scimmia tentava di scalare per prendere la frutta, venivano spruzzate tutte le scimmie con acqua fredda. Ben presto, le scimmie iniziarono a impedire a chiunque di provare a salire la scala, per evitare la doccia fredda. Quando un nuovo membro veniva introdotto nella gabbia e cercava di raggiungere le banane, veniva subito bloccato e picchiato dalle altre, imparando rapidamente le “regole” senza conoscere il motivo originale, dato che non aveva mai sperimentato lo spruzzo d’acqua iniziale. Man mano che ogni scimmia originale veniva sostituita, il comportamento si perpetuava, anche senza la minaccia reale dell’acqua gelida. Se fosse stato possibile chiedere alle scimmie perché nessuno scalava la scala, probabilmente avrebbero risposto: “Non ne abbiamo idea, qua è sempre stato così”.

Questa storia, ci tengo a sottolinearlo, è assolutamente falsa. L’esperimento non è mai stato eseguito. Tuttavia, è divertente come metafora, illustra un fenomeno diffuso nelle organizzazioni: l’abitudine a seguire pratiche consolidate “perché si è sempre fatto così”, senza interrogarsi o rivalutare le ragioni originarie, anche quando queste non sono più valide.

Ti piacciono i miei articoli?

Allora iscriviti alla mia newsletter settimanale e non te ne perderai uno!
Vedrai che non te ne pentirai.

ALTRI ARTICOLI