Indira Fabbro, presidente di Hpg

Hpg e Indira Fabbro: un esempio di successo nell’imprenditoria femminile

Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto.

Mentre scrivevo il libro “Sveglia, PMI!” ho fatto la conoscenza di Indira Fabbro, presidente di Hpg e Top 100 Wonder Women di Forbes.

Mi interessava conoscere meglio la sua esperienza di donna alla guida di un’azienda che produce macchinari, un ambiente solitamente molto maschile, quindi le ho chiesto un’intervista che ho pubblicato sul libro.

In più, Hpg è un’azienda friulana, quindi volevo anche raccontare un esempio virtuoso proveniente dalla Regione in cui vivo.

Ho deciso di pubblicare l’intervista anche qui, sul mio blog, per permettere a più persone di conoscere questo esempio di imprenditoria femminile e innovazione.

L'intervista

Innanzitutto, vorrei ringraziarla per aver accettato questa intervista. Visto che sono friulano, mi fa molto piacere poter portare come esempio virtuoso proprio un’azienda friulana. La storia di Hpg è piuttosto recente.

Sì, Hpg è stata fondata nel 2016 grazie a un’intuizione di mio padre, Redento Fabbro. Nel 2008, anno della grande crisi economica, mio padre iniziò a pensare di avviare un nuovo ramo produttivo accanto al settore siderurgico dell’azienda storica da lui fondata (la Pelfa Group) e da lì nacque l’idea di sviluppare il settore idroelettrco con la progettazione di mini centrali per la produzione di energia. Nella fase iniziale, furono realizzati dei prototipi in collaborazione con l’università di Udine e poi negli anni, grazie anche a nuove collaborazioni, decise di investire in un’azienda nuova che si dedicasse solo all’idroelettrico. Quindi venne creata sia la parte di ufficio tecnico, in grado di studiare progetti anche di grandi dimensioni, sia il centro produttivo. Oggi esportiamo centrali in tutta Italia ed Europa.

Un’intuizione davvero felice. Il vostro claim aziendale è “La potenza del fulmine, la costanza dell’acqua: il motore dell’avanguardia”. Quale ruolo gioca l’innovazione nella vostra azienda?

L’innovazione in questo settore è un processo davvero complesso. Implica dover studiare soluzioni innovative per la generazione dell’energia elettrica, con particolare riferimento al generatore elettrico come componente elettromeccanico fondamentale. Nella maggior parte dei casi, la generazione elettrica innovativa avviene mediante generatori elettrici che non sono direttamente collegati alla rete elettrica ma prevedono l’uso di un convertitore elettronico di potenza tra il generatore stesso e la rete. In questo caso, anche il convertitore elettronico è oggetto di studio in associazione con il generatore.

Quindi possiamo dire che l’innovazione sia parte integrante del dna della vostra azienda. È grazie a questa attitudine che avete deciso di sfruttare il periodo della pandemia come un’opportunità di crescita e non di crisi. Un approccio esemplare, dal mio punto di vista. Quali sono le iniziative che avete attuato?

Pandemia, guerra e aumento dei costi delle materie prime sono le tre parole chiave che ci hanno accompagnato negli ultimi tre anni: in poco tempo ci siamo resi conto che l’Italia è un Paese che importa parecchie materie prime ed energia. L’aumento del fabbisogno sia dal punto di vista privato che produttivo pone dei grandi quesiti alla politica nazionale e all’Europa.
Il tema energetico e della sostenibilità ambientale sono fondamentali e gli investimenti fanno ormai parte dei bilanci di qualsiasi ente o azienda in una mentalità sempre più volta a salvaguardare il nostro pianeta. Per investire in questi settori bisogna quindi creare una nuova mentalità di green economy insieme con le nuove generazioni di laureati e tecnici, diminuire la burocrazia per velocizzare la creazione in tempi rapidi delle infrastrutture e cercare soluzioni anche con nuove tecnologie per sfruttare ciò che la natura ci dà dall’acqua, dal vento e dal fuoco! È in quest’ottica che l’azienda, ha affrontato in modo innovativo il periodo della pandemia come un’opportunità di crescita e non di crisi, investendo in primis in un nuovo sito produttivo, ampliando l’ufficio con nuovo personale amministrativo e tecnici altamente specializzati nel seguire e realizzare le varie fasi di progettazione. Tutto ciò ha reso possibile una crescita costante di Hpg, che da un fatturato iniziale di 900 mila euro, oggi ha un fatturato di oltre 5 milioni di euro. Un trend positivo di sviluppo che ha permesso di avviare una serie di investimenti legati anche a macchinari e collaborazioni esterne per migliorare e aumentare il know-how dell’azienda garantendo progetti finiti e chiavi in mano con la progettazione di ogni dettaglio della parte meccanica, elettrica e di automazione.

Nel mio libro sostengo che la sostenibilità è digitale, perché la trasformazione digitale è imprescindibile per raggiungere uno sviluppo sostenibile nel senso ampio del termine, cioè in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale. A che punto è la vostra transizione digitale?

Inizio con una premessa: per sviluppo sostenibile si intende «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri». Considerato il valore degli investimenti necessari per questa trasformazione, è interesse di tutti inserire una fase di valutazione degli impatti etici della tecnologia, e in sede di progettazione dovrà diventare un obbligo per tutte le aziende che ne faranno un elemento distintivo considerare gli aspetti etici connessi all’adozione di strumenti digitali tecnologicamente evoluti. In quest’ottica si pone la sostenibilità digitale nel settore idroelettrico: l’importanza della digitalizzazione per il perseguimento della sostenibilità attraverso un’espansione e un ammodernamento degli impianti idroelettrici si deve realizzare perché è fondamentale in quanto, tra le fonti rinnovabili, la generazione idroelettrica è quella “meno rischiosa”. Benché risenta delle variazioni di piovosità, la continuità di produzione che essa consente è decisamente superiore a quella ottenibile sia da fonte eolica che da fonte fotovoltaica. E vista, inoltre, la quantità molto importante di potenza installata negli impianti idroelettrici, si comprende come tramite la loro digitalizzazione, sia possibile renderli adatti a modulare la generazione in modo da compensare, almeno in parte, le fluttuazioni legate alle altre, ben più rischiose, fonti rinnovabili. Questo è ancor più vero per gli impianti reversibili che permettono anche il pompaggio, ossia l’accumulo di energia elettrica nella forma di energia potenziale dell’acqua contenuta nei bacini a monte, negli intervalli di tempo in cui vi è un esubero di energia prodotta da altre fonti rispetto alla domanda.

Hpg unisce competenze specializzate che vanno dalla geologia all’idrologia, passando per la sismologia e l’ingegneria civile e meccanica. Quanto investite nella formazione e nella crescita professionale dei vostri tecnici?

Siamo consapevoli del fatto che le centrali idroelettriche influenzino l’ambiente fisico e allo stesso tempo rappresentino le più grandi strutture costruite dall’uomo che saranno presenti nel nostro ambiente di vita per decenni. Ecco perché il nostro team deve essere composto da specialisti in aree piuttosto eterogenee: tutte le competenze che ha elencato lei sono fondamentali per analizzare l’impatto ambientale di ogni singolo progetto. Oggi, più che mai, energia e sostenibilità ambientale sono temi prioritari della nostra società e tutti i settori sono impegnati a cercare soluzioni sfruttando ciò che la natura offre dall’acqua, dal vento e dall’energia solare e come azienda abbiamo investito e continuiamo a investire in ricerca e innovazione insieme alle nuove generazioni di laureati, dottorandi e tecnici. In quest’ottica abbiamo avviato una collaborazione con l’Università di Trieste al fine di analizzare e studiare soluzioni innovative nel campo della progettazione, realizzare motori da installare nelle centrali idroelettriche per macchine più efficienti e con minor consumo di energia e inoltre cerchiamo e valutiamo insieme a docenti e studenti strade nuove da percorrere per produrre energia con nuove fonti rinnovabili da applicare su progetti reali. Per quanto concerne la formazione interna, i nostri dipendenti partecipano sia in presenza agli incontri organizzati dai diversi enti (camera di commercio, cluster metalmeccanica, scuole specializzate ecc.) su argomenti di transizione energetica, investimenti per le energie rinnovabili; sia partecipando on line ai corsi di formazione al fine di restare sempre aggiornati sulle novità e le richieste del mercato. Tuttavia, a questo proposito vorrei evidenziare che, se le aziende investono costantemente per la formazione al fine di accrescere il proprio know-how, è necessario che anche la politica investa su questa crescita con la semplificazione, la velocizzazione della burocrazia per la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla transizione ecologica.

Lei è stata citata fra le 100 donne italiane vincenti di Forbes ed è anche stata premiata a “Le Fonti Award” come eccellenza dell’anno in innovazione e leadership. Innanzitutto, complimenti. Nel panorama industriale italiano, è una rarità avere donne in posizioni apicali. Secondo lei, quali sono i gap che devono essere ancora colmati e quali soluzioni si potrebbero attuare?

Ringrazio sempre a chi mi ha dato fiducia con questi riconoscimenti inattesi sia a livello nazionale (Forbes in primis e Le Fonti Awards) ma anche a livello regionale con il riconoscimento da parte del mondo del giornalismo nella Top 100 del Triveneto. È un onore ma anche uno stimolo a non fermarmi mai e a perseguire nuovi obiettivi lavorativi. Parlando poi del ruolo della donna in Italia, è interessante analizzare la pubblicità di un noto fornitore di telefonia che quest’anno invitava gli italiani a sostenere la nazionale di calcio femminile: al giorno d’oggi è ancora necessario dire che le donne hanno capacità e forza per arrivare ad alti livelli? Evidentemente sì e questo si riflette quotidianamente sia nel mondo dello sport che nel mondo del lavoro. Nel nostro settore industriale, la figura della donna è abbastanza rara se non nel ruolo di amministrazione e contabile, e negli ultimi anni la situazione sembra non essere molto cambiata. Anzi, analizzando le fasi storiche, la presenza delle donne ha subito parecchie fluttuazioni dettate dai periodi di crisi sociale ed economica, dove aumentano anche le differenze lavorative: un gap che forse non cambierà mai! Una nota positiva l’ho riscontrata nei vari meeting a cui ho partecipato negli anni conoscendo tante donne imprenditrici e in tutte ho trovato caratteristiche comuni: un forte carattere, un atteggiamento propositivo, tante idee e voglia di non fermarsi!

N.B.: su questo tema, ti consiglio anche l’intervista che ho fatto a Claudine Rolladin, founder di Promama.

Quali sono le sfide o gli obiettivi che attendono Hpg per il futuro?

Siamo una PMI, quasi una startup, una Small Giant con un fatturato di oltre 5 milioni di euro quest’anno e che vorrebbe diventare leader nella produzione e realizzazione di centraline idroelettriche per il benessere della società, salvaguardando allo stesso tempo la fauna ittica e il nostro ambiente. Di certo da soli è sempre più difficile essere competitivi e innovatori e ciò ormai vale per tutti i settori: l’obiettivo è di riuscire a presentarci alle grandi aziende che investono in questo settore e fare rete insieme ad altre aziende condividendo il know-how e la capacità produttiva.

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