fallacia costi irrecuperabili

Fallacia dei costi irrecuperabili: una trappola per la strategia aziendale

Dovrei andare a Parigi e buttarmi dalla Torre Eiffel. Se prendessi un Concorde potrei essere morto tre ore prima.

Hai mai avuto la sensazione di aver investito troppi soldi o troppi sforzi per rinunciare a un progetto? Ad esempio, stai guardando un film che non ti piace, ma decidi di finirlo comunque. Questo non capita perché speri che migliori nel finale, ma perché  non vuoi buttare via il tempo che ci hai già dedicato. Però facendo così, cadi nella fallacia dei costi irrecuperabili (o sunk cost fallacy).

Di cosa sto parlando? Si tratta di un bias cognitivo che ci porta a persistere in iniziative non più giustificabili razionalmente. Questa distorsione nasce dall’errata convinzione che bisogna perseverare semplicemente perché si è già investito molto, ignorando che tali costi, essendo irrecuperabili, non dovrebbero influenzare la scelta corrente.

Siamo vittima di questa fallacia in vari aspetti della vita, sia sul piano personale che negli affari, e ne fa le spese il nostro processo decisionale. È un po’ come lasciarsi intrappolare da decisioni prese nel passato, anche se la logica ci suggerirebbe di abbandonare quel progetto.

Il caso Concorde

Il Concorde è stato il primo aereo di linea supersonico. Permetteva di viaggiare da Londra a New York in tre ore e mezza. Infatti, ricordo che durante il Live Aid del 1985, Phil Collins si esibì prima a Londra e dopo qualche ora a Philadelphia. Questo enorme sforzo ingegneristico e tecnologico aveva però un costo enorme. 

Al momento del suo primo volo nel 1979, il Concorde era già costato 1,6 miliardi di dollari. Il team anglo-francese a capo del progetto, però, contava di recuperare l’investimento, anche se la sfida era proibitiva: innanzitutto, i prezzi dei biglietti erano necessariamente altissimi, inoltre per ragioni tecniche il numero dei posti disponibili era inferiore ai normali voli di linea; a ciò si aggiungeva il fatto che, a causa della velocità supersonica, l’aereo era moto rumoroso, quindi poteva effettuare solo voli transoceanici. 

Insomma, c’erano tutte le ragioni per stoppare il progetto. Quello che accadde, invece, fu che il team anglo-francese cadde nella fallacia dei costi irrecuperabili e andò avanti, fino al 2003. Risultato? L’importo approssimativo speso per l’impresa Concorde è stato di 9,52 miliardi di dollari. I governi francese e britannico non ne hanno mai ricavato alcun profitto.

La fallacia dei costi irrecuperabili nel business

La fallacia dei costi irrecuperabili rappresenta una trappola psicologica particolarmente insidiosa nel mondo degli affari. Non è raro, infatti, che le aziende cadano in questo errore di valutazione, continuando a pompare risorse in progetti, tecnologie o prodotti che si stanno rivelando dei fallimenti. La logica dietro questo comportamento è spesso legata al desiderio di non rendere “vani” gli investimenti già fatti, ma questa ostinazione può costare caro. 

Invece di riconoscere le perdite e spostare le risorse verso iniziative più promettenti, le aziende si ritrovano ad aggravare la situazione, sperperando tempo e capitale in tentativi di salvataggio che si rivelano spesso infruttuosi. Riconoscere quando è il momento di “tagliare le perdite e andare avanti” non è solo una dimostrazione di saggezza gestionale, ma è essenziale per preservare la salute finanziaria e strategica dell’impresa.

Il ruolo dell'ego

Spesso sottovalutiamo l’impatto che l’ego e l’orgoglio hanno nella trappola dei costi irrecuperabili, nonostante siano forze altrettanto potenti quanto i bias cognitivi e le emozioni. L’idea di abbandonare un investimento può sembrare un’ammissione di fallimento o una prova di incompetenza, stimolando così una resistenza che porta a persistere in investimenti non più giustificabili. Questo timore di fallire può spingere a decisioni irrazionali, come il continuare a investire in un progetto già destinato al fallimento.

In contesti altamente competitivi, poi, l’insidia dell’ego diventa ancora più marcata. Qui, l’impulso di dimostrare il proprio valore può spingere a mantenere investimenti improduttivi, in una sorta di sfida dove il riconoscimento esterno diventa una posta in gioco illusoria.

Nell’ambito delle PMI, poi, dove il CEO è una specie di monarca circondato da una corte di yes-men, il rischio di cadere nella trappola dell’autoinganno è ancora più alto (leggi il mio articolo su questo argomento).

Riconosci i segnali

Vuoi sapere se anche tu sei vittima della fallacia dei costi irrecuperabili? Ecco alcuni segnali da tenere d’occhio:

Decisioni irrazionali

Persistere in un’iniziativa per il solo fatto che rappresenta un impegno emotivo o finanziario pregresso potrebbe rivelare una tendenza verso scelte prive di logica.

Resistenza al cambiamento

Difendere metodologie datate o inefficaci con il pretesto che “è sempre stato fatto così”, impedisce alle aziende di mantenersi all’avanguardia e adattabile ai mutamenti del mercato. 

Paura di sbagliare

Per alcuni leader aziendali, ammettere un errore è come confessare un fallimento. Ecco perché è fondamentale costruire una cultura aziendale che vede gli insuccessi come chance per apprendere può promuovere una mentalità resiliente e accogliente. 

Come evitare la fallacia dei costi irrecuperabili?

Per navigare lontano dalle insidie della fallacia dei costi irrecuperabili, è cruciale che le aziende adottino un approccio decisionale prospettico. Invece di lasciarsi ancorare agli investimenti compiuti, che siano di tempo o di capitale, è fondamentale valutare con occhio critico il potenziale di rendimento che le future opportunità possono offrire. 

A questo scopo, torna molto utile delineare obiettivi e indicatori chiave di prestazione (KPI) affidabili che consentano di misurare il successo di investimenti e strategie. 

Inoltre, incoraggiare l’innovazione e accettare in generale il cambiamento delle strategie per supportare gli obiettivi aziendali a lungo termine, permette di riconoscere più facilmente gli investimenti sbagliati.

Questo implica uno sguardo imparziale verso ogni iniziativa e la prontezza a cessare gli investimenti non appena diventa evidente che non genereranno i frutti sperati. Mantenere questa disciplina strategica non solo preserva risorse preziose, ma guida l’organizzazione verso scelte che promettono un vero valore aggiunto a lungo termine.

Conclusioni

Quindi, cadere nella fallacia dei costi irrecuperabili può essere un errore costoso, ma evitabile, nel percorso decisionale in azienda. Riconoscendo i segnali di avvertimento e affrontando con coraggio la realtà delle nostre scelte, possiamo deviare da questo sentiero ingannevole. 

La chiave sta nel fare valutazioni imparziali basate sul potenziale futuro piuttosto che restare ancorati agli investimenti passati. Creare una cultura aziendale che vede il cambiamento non come una minaccia ma come un’opportunità, e che considera gli insuccessi come piattaforme di apprendimento, è essenziale. 

Sviluppando una mentalità che privilegia la flessibilità e la capacità di adattamento, le aziende possono navigare verso un futuro più prospero, liberandosi dei pesi dei costi irrecuperabili e rivolgendo lo sguardo verso nuovi orizzonti di crescita e successo.

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