intervista alla founder di Promama

Come ridurre il gender gap e aumentare l’innovazione con le politiche family-friendly

Non esiste barriera, chiusura o confine che si possa imporre alla libertà della mia mente.

La sostenibilità è uno dei temi che più mi sta a cuore, ma spesso viene intesa solo in chiave ambientale, mentre è un concetto molto più ampio (ne ho parlato anche in questo articolo). Mentre le politiche green sono sulla bocca di tutti, dal punto di vista sociale ed economico c’è ancora molto da fare e da dire.

Uno degli aspetti su cui intervenire è sicuramente il gender gap, perché comporta una perdita di talento, produttività, creatività e diversità per le aziende. Secondo uno studio della Banca Mondiale (https://unglobalcompact.org/academy/families-friendly-policies), il gender gap riduce il PIL mondiale del 16%, con un costo annuo di 160 trilioni di dollari.

Questo fenomeno si manifesta in diversi aspetti, come la partecipazione al mercato del lavoro, la retribuzione, la carriera, la leadership, l’imprenditorialità e l’innovazione. In tutti questi aspetti, le donne sono svantaggiate rispetto agli uomini, a causa di fattori strutturali, culturali e individuali. Tra questi fattori, uno dei più rilevanti è la maternità, che comporta una penalizzazione per le donne in termini di opportunità, di reddito e di crescita professionale.

Per questo motivo, è fondamentale che le aziende adottino politiche family-friendly che permettano di valorizzare il talento delle donne e migliorare la loro competitività e innovazione.

Ne ho parlato con Claudine Rolladin, fondatrice di Promama, una startup innovativa «che vuole rivoluzionare il paradigma delle mamme in carriera, connettendo il talento di mamme, donne e genitori professionisti con aziende family-friendly verificate».

L'intervista

Claudine, innanzitutto ti ringrazio per avermi concesso questa intervista. E poi, complimenti per il tuo progetto. Ho cercato di riassumerlo un po’, ma potresti dirci qualcosa di più? Com’è nata l’idea di Promama?

Promama è nata, come forse è prevedibile, dalla mia esperienza di maternità. Quando sono andata in congedo stavo gestendo un progetto complesso e “lottando” per la promozione, per cui ho salutato i colleghi davvero convinta che sarei tornata al lavoro il prima possibile. In realtà mi sono accorta molto poco dopo essere diventata mamma che non sarebbe stato così, ma che anzi probabilmente non sarei dovuta tornare più. Nel mio caso lo definirei forse più uno scollamento valoriale rispetto al mio lavoro e azienda precedente, quando poi la mia posizione è stata data definitivamente ad un altro collega è stata un po’ la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso e ho deciso di cercare altro.

È incredibile che accadano ancora cose così nel 2023. Come sei riuscita a conciliare la ricerca del lavoro con la maternità?

Cercare lavoro in maternità devo dire che spesso non è una missione semplice, non si sa mai cosa dire e cosa non dire, cosa chiedere e cosa non chiedere, e si rischia sempre di sentirsi un po’ “brutto anatroccolo” per gli stereotipi che troppo spesso ci sono stati inculcati, almeno io sicuramente mi ci sentivo. In quel periodo però mi è capitato di vedere i dati di occupazione delle donne con figli piccoli in Italia, e ho capito che non stavo vivendo un “problema di Claudine”, ma un problema della società intera. Questo mi ha fatto salire quella che definirei una “sete di giustizia”, ho cominciato a pensare a cosa avrei potuto fare e piano piano, ispirandomi anche a realtà presenti all’estero (ad esempio The Mom Project negli Stati Uniti), è nata Promama: uno spazio sicuro che vuole rivoluzionare il paradigma delle mamme in carriera, mettendo in contatto il talento di mamme, donne e genitori professionisti con aziende family-friendly verificate.

Parli di aziende family-friendly verificate. Cosa intendi? Come avviene la verifica?

Abbiamo sviluppato un modello di scoring che ci permette di calcolare quello che noi chiamiamo il “family-friendly index”, andando ad approfondire con domande specifiche per il dipartimento HR le aree di flessibilità, congedi, cultura e supporto con focus particolare sulla genitorialità. Per avere accesso alla piattaforma – ai suoi talenti, le sue risorse, i suoi partner, la sua community e il suo network – le aziende devono ottenere uno score sopra una determinata soglia, e vengono riconosciute come family-friendly workplace di Promama. L’idea è anche quella di riuscire ad aiutare le aziende ad identificare le loro principali aree di miglioramento ed accompagnarle in un percorso di miglioramento continuo.

Possiamo citare qualche esempio di azienda partner?

Sì certo, siamo online da meno di un mese per cui il numero di aziende sta iniziando a crescere ora, ma sono già salite a bordo aziende come Italgas, Acinque, NetInsurance, TWOW e Red Public. Quello che mi rende molto contenta è che le aziende che stanno entrando sono davvero varie, di settori e dimensioni molto diverse, a dimostrazione che non è necessario essere una grande multinazionale per farsi le domande giuste e rendere gli ambienti lavorativi più family-friendly.

Promama offre anche percorsi di crescita professionale.

Al momento su Promama si possono trovare risorse e contenuti utili in ambito lavoro e genitorialità (per esempio Revisione CV, come funzionano i congedi, supporto per il back to work ecc.) e offerte di partner che noi selezioniamo, ad esempio al momento sono attive offerte dedicate per corsi in Talent Garden e con MeFirst Academy. Andremo sempre più a strutturare la nostra offerta su questo, appoggiandoci a partner e andando ad inserire la possibilità di trovare specialisti e corsi direttamente in piattaforma. Diciamo che ci vorrà ancora un po’ di tempo però, ne riparliamo nel 2024

Beh che dire, il tuo è davvero un progetto innovativo. Infatti, Promama ha vinto anche dei premi, vero?

Sì, siamo già state selezionate per alcuni programmi dedicati all’imprenditoria femminile, come StartupHER, che è un programma organizzato da Donne 4.0 e Agos, e StrongHER organizzato da Qonto. Sono opportunità di confronto sempre molto arricchenti.

Quello che rende innovativo il progetto però, a mio parere, è il modo in cui stiamo approcciando il problema. Nel senso che, seppur molto attuale, il tema non è certo nato oggi, ma lo stiamo approcciando con una visione che definirei più sistemica. Facendoci aiutare dalla tecnologia mettiamo gli utenti al centro in modo che essere un family-friendly workplace sia da un lato un catalizzatore per le aziende nel raggiungere talenti e skills sempre più rare sul mercato del lavoro e dall’altro un’opportunità per i genitori di oggi/domani di far capire i loro reali bisogni promuovendo ambienti sempre più inclusivi e moderni.

Guardando al futuro, quali saranno i prossimi step e gli obiettivi che ti sei prefissata?

Per portare davvero valore, ai genitori che si iscrivono a Promama ma anche alle aziende del network, e riuscire ad innescare un cambiamento virtuoso, è importante crescere. Per cui gli obiettivi principali che ci stiamo dando sono legati a questo, 100+ family-friendly workplaces nel 2025 è un po’ il mantra al momento. Ovviamente poi quello che vogliamo assolutamente evitare è che Promama diventi una sorta di “pinkwashing”, per cui quello che vogliamo riuscire ad ottenere e monitorare è l’impatto concreto, misurato sia in candidature andate a buon fine che come processo di miglioramento virtuoso delle aziende, per cui ci focalizzeremo molto sul migliorare la nostra offerta perché questo sia possibile.

Claudine, grazie mille per la tua intervista. Mi ha fatto molto piacere conoscere Promama e spero che sempre più aziende capiscano l’importanza di essere family-friendly.

Grazie mille a te Gian Maria, facciamo del nostro meglio perché sia così!

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