Licenziate i padroni. Come i capi hanno rovinato il lavoro

Licenziate i padroni, di Marco Bentivogli

di Marco Bentivogli, Rizzoli

È il secondo libro di Marco Bentivogli che recensisco. Il primo non dico che mi abbia cambiato la vita, ma poco ci manca: mi ha sicuramente aperto la mente e mi ha mostrato che l’innovazione tecnologica può essere il miglior alleato per il sistema produttivo italiano.

A patto che la classe dirigente sia in grado di cogliere le opportunità della nuova era digitale e favorire il cambiamento. E infatti, queste sono le premesse da cui parte il nuovo saggio di Bentivogli. Un testo per certi versi caustico e che non fa sconti alla classe imprenditoriale italiana, che trae il suo narcisistico potere da relazioni e legami parentali, fossilizzata su una cultura organizzativa gerarchica che si basa su comando e controllo. Una casta di padroni mediocri che per evitare di mettersi in gioco cerca interlocutori mediocri

Tuttavia, il saggio di Bentivogli non indugia solo sulla pars destruens ma traccia anche la rotta che il sistema imprenditoriale italiano dovrebbe seguire per uscire da questa crisi dirigenziale: liberare tutto il potenziale umano delle organizzazioni e costruire un mondo in cui il talento e il merito siano apprezzati più dell’ego e della mediocrità.

“Siamo in una fase di cambiamenti straordinari, che comportano rischi ma anche opportunità mai viste prima. Non possiamo permettere che i luoghi di comando siano occupati dai mediocri. Chi pensa solo a salvare se stesso e il proprio clan spesso si riempie la bocca con il «bene comune», ma nel profondo è interessato solo al proprio”.

In conclusione, consiglio vivamente anche questa opera di Marco Bentivogli perché è in grado di fotografare lo status quo senza filtri – mettendo il dito nella piaga purulenta del sistema imprenditoriale italiano – e allo stesso tempo ci indica la strada per sovvertirlo e cambiare il modello di potere. 

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