Siamo leader o caporali?

Chi vuol vivere a lungo deve servire. Chi invece vuol dominare non vive a lungo.

Nel film Siamo uomini o caporali?, del 1955, Totò descriveva «il simbolo della prevaricazione dei forti nei confronti dei più deboli: il massimo della vigliaccheria e della cattiveria». «Ai caporali – spiegò Totò – contrapposi gli uomini, ossia le persone per bene, capaci anche di esercitare la loro autorità, se ne hanno, senza abusarne».  

Robert K. Greenleaf ha introdotto per la prima volta la filosofia della Servant Leadership nel suo fondamentale saggio The Servant as Leader nel 1970, ispirato proprio dal romanzo di Hermann Hesse da cui ho preso la citazione qua sopra.

Non un concetto inedito, quindi, ma che nel complesso ambiente aziendale di oggi si sta dimostrando molto efficace, perché invece che concentrarsi sul controllo delle persone, mette in primo piano il loro benessere e di conseguenza la loro crescita professionale.

Le aziende più evolute hanno ormai adottato questo approccio alla leadership e innumerevoli studi hanno mostrato collegamenti empirici tra leadership efficace, soddisfazione delle risorse umane, fedeltà dei clienti e maggiore produttività. Insomma, essere uomini e non caporali è molto più redditizio.

Facci i nomi!

Ci sono molti esempi di organizzazioni che si impegnano a creare una cultura aziendale basata sulla collaborazione, la fiducia e il supporto reciproco tra i dipendenti. Qua sotto elenco alcune aziende che hanno notoriamente integrato questo appropccio in modo efficace:

  • Southwest Airlines: compagnia aerea americana, è famosa per la sua cultura aziendale basata sulla collaborazione, la responsabilità e l’empowerment dei dipendenti.

  • Patagonia: marchio di abbigliamento outdoor, è impegnato nella sostenibilità ambientale e sociale, e promuove una cultura di collaborazione e supporto reciproco tra i dipendenti.

  • The Container Store: catena di negozi specializzata nella vendita di soluzioni per l’organizzazione domestica, è nota per la sua cultura aziendale basata sulla fiducia, l’empowerment e il supporto reciproco tra i dipendenti.

  • Whole Foods Market: catena di negozi di alimentari, è impegnata nella sostenibilità ambientale e sociale, e promuove una cultura di responsabilità individuale e di supporto reciproco tra i dipendenti.

  • Marriott International: catena alberghiera globale, è impegnata a promuovere una cultura di servizio e di supporto reciproco tra i dipendenti, attraverso programmi di formazione e di sviluppo personale.

Quali caratteristiche ha un servant leader?

Ascolto.

Un servant leader non si limita a parlare ma ascolta ciò che il team ha da dire. Considera ogni osservazione o approfondimento del suo team come un’opportunità di crescita.

Empatia.

Un leader efficace sa valutare una situazione dal punto di vista degli altri e la affronta con mente aperta. Inoltre, dà la priorità a mostrare ai membri del team che si preoccupa per loro e cerca di aiutarli con i problemi personali quando può.

Coscienza.

Questi leader sono perfettamente sintonizzati su ciò che sta accadendo intorno a loro. Sono anche più consapevoli di loro stessi, dal punto di vista dell’intelligenza emotiva, e comprendono i loro punti di forza e debolezza.

Altruismo.

I servant leader mettono gli altri al primo posto perché si rendono conto che la priorità è guidare le altre persone ad avere successo. Se gli altri hanno successo, allora l’intera azienda ha successo.

Persuasione.

Secondo questo nuovo approccio, i leader efficaci guidano e convincono i membri del team. Non si limitano a dire ai membri del team cosa fare, ma cercano di persuaderli e creare un consenso.

Preveggenza.

I leader innovativi capiscono le conseguenze delle loro decisioni e poi aiutano il loro team a fare lo stesso. Usano strumenti come l’analisi SWOT e gli obiettivi SMART (Specific, Measurable, Achievable, Relevant and Time-based) per pianificare in anticipo.

Crescita.

I servant leader efficaci motivano i loro team a crescere e si impegnano ad aiutare le persone a svilupparsi professionalmente. Inoltre, aiutano i loro dipendenti a raggiungere gli obiettivi personali dando loro progetti o più responsabilità.

Apertura.

Questi leader apprezzano le opinioni diverse e non puniscono le persone per essere in disaccordo. Incoraggiano tutti a essere sinceri e a concentrarsi su ciò che le persone dicono e poi lo valutano insieme. 

Ehi, tu! Vuoi diventare un leader migliore?

Ecco qualche suggerimento per i leader di buona volontà che vogliono concentrarsi maggiormente sulla crescita e lo sviluppo professionale dei membri di un team.

Esempio.

Un servant leader non si considera un capo, ma si assume la responsabilità, scende in trincea con il suo team, lo motiva e si assicura che abbia tutte le risorse necessarie per lavorare al meglio.

Riconoscimento.

Quando i dipendenti sentono che ciò che fanno è importante, si sentono più responsabilizzati. I servant leader si assicurano che ai membri del team venga riconosciuto quanto positivo è il loro impatto sull’azienda.

Fiducia.

Costruire una forte fiducia fra tutti permette una comunicazione aperta e efficace. La fiducia fa sentire tutti i membri del team importanti e questo facilita la collaborazione.

Lungimiranza.

Un servant leader è un pensatore lungimirante. Pensare a lungo termine aiuta a concentrarsi su cosa può diventare l’azienda e a prendere le decisioni corrette per il suo futuro.

Responsabilità.

I leader tradizionali si sentono responsabili solo verso i loro superiori (se ne hanno). I servant leader si sentono responsabili nei confronti di tutti e questo li porta ad accettare i feedback sul loro operato per continuare a migliorare come leader.

Miglioramento.

Questi leader sono impegnati nella crescita di ogni dipendente. Le persone sono una risorsa importante in cui investire e quindi il leader è determinato a fornire conoscenze, abilità e strumenti adeguati.

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