intelligenza artificiale

5 miti e 5 verità sull’intelligenza artificiale

Quando il futuro si è mostrato così chiaramente e scorre veloce come un fiume dopo una tempesta, sembra più saggio nuotare con la corrente

Sabato 20 maggio sono andato a Verona a vedere il concerto di Peter Gabriel. Cosa c’entra questo con l’intelligenza artificiale? Beh, il geniale artista inglese è da sempre affascinato dalla contaminazione fra tecnologia e manufatto. Il nuovo album, I/O, non fa eccezione e  ruota intorno a temi come intelligenza artificiale, utilizzo di big data e innovazione.

«Stiamo entrando in un mondo che sta per essere trasformato nella sua essenza dalle AI.», spiega Peter, «Molta gente le vede come un nemico ma, oltre che a strumenti scientifici, funzionali e creativi straordinari, possono provvedere all’educazione e a migliorare la salute di milioni di persone. Certo, ci sono anche molti potenziali pericoli che dobbiamo urgentemente affrontare. Ma come la ruota o la rivoluzione industriale, credo che i cambiamenti in arrivo con le AI siano impossibili da fermare; ma chiaramente li possiamo influenzare». 

E l’unico modo, aggiungo io, per influenzarli è diffondere il più possibile la conoscenza, senza preconcetti o approcci irrazionali. Solo la consapevolezza che ne deriva può farci fare le scelte giuste e utilizzare questo potentissimo strumento nel modo più utile. 

Ecco perché ho elencato qua sotto alcuni dei temi legati all’AI che più spesso vengono divulgati in modo controverso.

AI vs. Uomo

L’intelligenza artificiale non mira a sostituire l’intelligenza umana, ma piuttosto a migliorare le nostre capacità e a renderci più efficienti. Un esempio di questa collaborazione è il sistema di diagnostica medica IBM Watson.

Watson aiuta i medici a identificare le possibili cause dei sintomi dei pazienti e suggerisce trattamenti basati sull’analisi di enormi quantità di dati medici. Tuttavia, la decisione finale spetta sempre al medico umano, che utilizza la sua esperienza e il suo giudizio per valutare le informazioni fornite dal sistema.

Intelligenza artificiale infallibile?​

L’AI può commettere errori, soprattutto quando si basa su dati errati o incompleti.

Un esempio di errore dell’intelligenza artificiale è il caso della soluzione di riconoscimento facciale Amazon Rekognition, che nel 2018 fu criticato per aver identificato erroneamente 28 membri del Congresso degli Stati Uniti come criminali (per approfondire: www.aclu.org/news/privacy-technology/amazons-face-recognition-falsely-matched-28).

Ciò accadde perché il sistema fu addestrato su un set di dati che non era sufficientemente rappresentativo delle diverse etnie e caratteristiche facciali. Questo caso evidenzia l’importanza di utilizzare dati accurati e diversificati per addestrare i modelli di AI e di continuare a testarli e perfezionarli nel tempo.

Intelligenza artificiale e mercato del lavoro​

L’AI causerà alcuni cambiamenti nel mercato del lavoro, ma creerà anche nuove opportunità lavorative.

Secondo un rapporto del World Economic Forum, l’intelligenza artificiale e l’automazione elimineranno circa 85 milioni di lavori entro il 2025, ma ne creeranno circa 97 milioni di nuovi, per un saldo netto positivo di 12 milioni di posti di lavoro.

Le nuove opportunità lavorative saranno incentrate su settori come la data science, l’ingegneria del software e la gestione dei progetti legati all’AI. La formazione e l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori saranno fondamentali per garantire che le persone siano in grado di adattarsi a queste nuove opportunità.

L'imparzialità dei dati​

L’AI può acquisire pregiudizi dai dati su cui viene addestrata e può essere soggetta a bias involontari.

Un esempio di pregiudizio nell’AI è il caso del sistema di valutazione dei curriculum di Amazon, che fu scoperto essere sessista nel 2018. Il sistema penalizzava i candidati di sesso femminile perché era stato addestrato su dati storici di assunzione, che erano dominati da candidati maschi (per approfondire: www.reuters.com/article/us-amazon-com-jobs-automation-insight/amazon-scraps-secret-ai-recruiting-tool-that-showed-bias-against-women-idUSKCN1MK08G). 

Questo caso sottolinea l’importanza di monitorare e correggere i pregiudizi nei sistemi di AI e di utilizzare metodi di apprendimento che tengano conto della diversità e dell’equità.

Intelligenza artificiale e qualità della vita​

L’AI, se utilizzata in modo etico e responsabile, può fornire numerosi benefici e migliorare la qualità della vita.

Un esempio di come l’AI possa migliorare la vita delle persone è il progetto DeepMind AlphaFold, che ha sviluppato un algoritmo in grado di prevedere la struttura delle proteine con un’accuratezza senza precedenti.

Questa scoperta ha il potenziale di accelerare la ricerca di nuovi farmaci e terapie e di aiutare a comprendere meglio le malattie.

Allo stesso modo, l’AI può contribuire a migliorare la mobilità urbana attraverso sistemi di trasporto intelligenti, ottimizzare il consumo energetico nelle smart grid e supportare la lotta contro il cambiamento climatico attraverso la previsione e il monitoraggio delle emissioni.

Conclusioni

L’AI è una tecnologia potente che può affiancare e migliorare le capacità umane, ma come tutti gli strumenti va utlizzata in modo etico e istruita con accuratezza.

L’innovazione crea sempre un po’ di resistenza, ma le paure intorno all’AI mi sembrano generalmente ingiustificate (se non isteriche).

Forse basterebbe approfondire un po’ l’argomento, andando oltre il clickbait.

Quella che segue è un’infografica che riassume i punti trattati in modo schematico. Spero che sia di stimolo ad approfondire la conoscenza di questo importantissimo e utile strumento.

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